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CAPITOLO 13

 

Amici per radici

 

“Conoscerò un rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi fanno nascondere sotto terra. Il tuo mi farà uscire dalla tana, come una musica.”

 

-Tratto da “Il piccolo principe”

 

 

 

 

 

“Chi trova un amico trova un tesoro” è forse la frase più diffusa e condivisa sul tema dell’amicizia e vi dirò di più, lo sostiene anche la scienza; l’amicizia non è solo un antidoto contro la solitudine, ma piuttosto un vero elisir di lunga vita in quanto aiuta ad affrontare le giornate con maggiore positività e a vivere meglio: avere buoni amici con cui confidarsi, condividere interessi e trascorrere il tempo libero fa bene all’umore e alla salute; l’amicizia è una fonte di felicità e di benessere.

 

Katerina Johnson, ricercatrice dell’Università di Oxford, ha paragonato l’amicizia a una sorta di antidolorifico sostenendo che “gli amici sono meglio della morfina”: insieme ad altri colleghi, la studiosa ha monitorato, attraverso la misura della resistenza al dolore, la capacità degli individui di produrre endorfine, ovvero neurotrasmettitori quindi messaggeri chimici presenti nel corpo che, quando vengono rilasciati, possono aiutare ad alleviare il dolore e ridurre lo stress e per questo motivo sono considerati antidolorifici naturali.

 

I ricercatori hanno dimostrato che gli individui che sono riusciti a mantenere più a lungo la posizione dolorosa avevano anche, in media, il numero maggiore di amicizie.

Le endorfine, però, non hanno solo questo effetto lenitivo, ma anche un altro euforizzante, tendono cioè a generare una sensazione di euforia e benessere, a indurre gratificazione. In particolare, sembra che abbiano un ruolo specifico nelle relazioni sociali di ciascun individuo dal quale deriva quella speciale sensazione di benessere che si prova nel vedere i propri amici; va inoltre osservato che il buonumore è contagioso e che il sostegno emotivo degli amici, generando emozioni positive, è un toccasana per la propria autostima.

A questo punto, assodati i benefici che comporta, iniziano a farsi strada alcune lecite domande: che cos’è l’amicizia? Quand’è che ci si può definire amici? Perché un’amicizia nasce e dura nel tempo?

 

Credo di non saper rispondere, di non avere soluzioni certe perché la vita mi ha insegnato che non esistono definizioni, certezze, sicurezze e garanzie assolute, di nessun genere. L’amicizia nasce, cresce e si trasforma, si evolve e assume forme diverse a seconda dell’età, dei percorsi e contesti di vita, in base alla propria scala di valori, al proprio modo di pensare, sentire e vivere.

Volendo riconoscerle almeno un aspetto peculiare, potrei dire che l’amicizia è condivisione pura e disinteressata, la volontà, più che capacità, di condividere e mettere in comune parti di sé, del proprio sentire, del proprio cuore; ecco, forse è proprio la disponibilità la base da cui nasce un sentimento di amicizia, quella per cui io ti do un po’ di me, tu mi dai un po’ di te e camminiamo insieme, uno accanto all’altro, in un percorso tracciato dall’incontro di tutto ciò che siamo in grado di donare con generosità e senza aspettative.

 

Tempo, sincerità, fiducia, rispetto e reciprocità sono solo alcuni esempi dei doni che un rapporto amicale generalmente concede; ma ce n’è uno, in particolare, che credo sia tra i più preziosi ed è l’ascolto.

 

Ascoltare significa comprendere, conoscere, accogliere senza giudizio ciò che viene detto ma, soprattutto, ciò che resta inespresso, le parole non dette, il dolore nascosto, la felicità celata per mancanza di coraggio, per paura di essere fraintesi, giudicati, ignorati: tutto quello che una vera amicizia ti aiuta a racchiudere in un abbraccio, per curare ferite e superare ostacoli.

Amicizia è sentirsi a casa, incontrarsi ritrovandosi a metà strada, venirsi incontro quando l’altro cammina a passo più lento. Porsi al servizio dell’altro amandolo per ciò che è, mai per ciò che dà perché tutto ciò che può darci è racchiuso nel dono più prezioso che possa esistere: esserci.

 

Abbiate cura dei vostri amici come fareste con i fiori più belli e delicati del vostro giardino.

 

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Dott.ssa Simona Remino, Psicologa

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