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CAPITOLO 7

 

LOCUS OF CONTROL

 

I treni che cambiano la vita esistono ma non si aspettano, si guidano.

 

Spesso, ci sono cose che non vanno esattamente come dovrebbero e tante altre sembrano non rispecchiare assolutamente ciò che vorremmo. Considerando il periodo storico che tutti ci troviamo ad affrontare, quanti di noi hanno sperimentato almeno una volta questa sensazione? Credo di avere la risposta a portata di mano; ma sempre a portata di mano è la consapevolezza per cui se è vero che non possiamo controllare ciò che accade al di fuori di noi, è altrettanto vero che siamo in grado, teoricamente parlando, di gestire e modulare ciò che accade nel nostro mondo interiore.

 

Il primo passo verso il cambiamento riguarda la capacità di individuare e riconoscere la causa del nostro malessere e, allo stesso tempo, l’origine di ciò che per noi rappresenta fonte di gioia e ricchezza: tutto conta ed è importante poiché ogni cosa ci riguarda, ci modifica e viene a sua volta influenzata; ricordiamo sempre che ciascuno di noi è un sistema aperto e, in quanto tale, costituito da tanti elementi funzionali (organici, cognitivi, linguistici ecc.) connessi tra loro e coinvolti in un rapporto di stretta interdipendenza con l’ambiente circostante. Mi piace pensare che…

Quindi… posto che in qualità di esseri umani cerchiamo spesso la causa di ciò che ci accade, in passato qualcuno prima di noi ha colto questa nostra prerogativa formulando un concetto davvero interessante; il dott. Julien B. Rotter, importante psicologo americano, introduce l’espressione locus of control – LOC, ovvero “luogo attraverso cui si esercita il controllo”.

 

Facciamo un passettino indietro.

 

-Superi un esame difficilissimo: è solo fortuna o merito tuo e della tua lodevole preparazione?

 

-Perdi il lavoro: è colpa del capo che non valorizza abbastanza il tuo operato o del poco impegno che gli hai dedicato nell’ultimo periodo?

 

Attenzione!!!!! Parliamo di “colpa” intesa nel suo significato di causa precisando che, ovviamente, ogni situazione è a sé stante e va analizzata nei singoli dettagli; gli esempi succitati sono generici e qui riportati solo perché utili a far luce sul fulcro del tema trattato.

 

A cosa facciamo riferimento? Alla percezione del controllo degli eventi che ognuno di noi possiede, attribuibile a sé stessi o a fattori esterni ed è proprio questo a definire il Locus of control. Il LOC è una variabile psicologica che indica la percezione soggettiva che l’individuo ha in merito alla causa di ciò che gli accade, è la risposta alla domanda “Perché mi è accaduto ciò?”: se la risposta chiama in causa sé stessi e l’individuo percepisce i risultati ottenuti come internamente controllabili mediante le proprie azioni ed il proprio impegno si può affermare di essere in presenza di un Locus of control Interno; se invece si attribuisce la causa di ciò che succede al caso o alla s/fortuna, quindi a forze esterne che non dipendono dal nostro controllo, si tratta di un Locus of control Esterno.

 

Dunque, c’è chi crede di avere il pieno controllo della propria vita attraverso le sue azioni e chi invece attribuisce il proprio successo o fallimento a cause esterne.

Perché è importante il LOC? Ma, soprattutto, perché è fondamentale capirne la differente modalità di espressione?

 

Ogni tipo di attribuzione di causa ha ovviamente dei risvolti comportamentali ed emotivi, in particolare se il Locus of Control è interno si avverte la sensazione di potersi dare da fare e impegnarsi attivamente per orientare e cambiare il proprio futuro, percezione fondamentale per garantirsi uno stile di vita ottimale e funzionale in termini sociali e relazionali, ma anche lavorativi, poiché risulta più facile fronteggiare lo stress in modo adeguato e mettere in atto comportamenti volti a raggiungere gli obiettivi e risolvere i problemi. Quando il LOC è esterno, si rischia di annullare ogni spinta motivazionale e conseguenti attività prediligendo la nullafacenza: ci si abbandona a sé stessi (magari su un divano) e si tende alla lamentazione, a minimizzare le proprie responsabilità, prendendosela con il mondo che è brutto e cattivo.

 

Che il mondo sia brutto e cattivo, soprattutto al giorno d’oggi, è una mezza (se non totale) verità e nessuno effettivamente potrebbe dare torto a chi la pensa così. L’errore non consiste nella presa di coscienza, la realtà che ci circonda è effettivamente spesso complessa e difficile da gestire, il vero problema è lasciarsi abbandonare alla stessa senza concedersi la possibilità di reagire migliorando la propria condizione di vita e, quindi, anche un pezzetto del mondo, proprio e altrui.

 

Non lasciatevi spaventare, ho una buona notizia; mentre Rotter riteneva che quello del LOC fosse un tratto tendenzialmente stabile, dunque immutabile, di personalità oggi, grazie al lavoro dello psicologo e ingegnere Massimo Bruscaglioni e alla sua teoria del Self Empowerment, sappiamo che può essere modificato e quindi anche reindirizzato dall’esterno verso l’interno: può essere accresciuto e sviluppato poiché è un costrutto psicologico legato alle attribuzioni di causa e conseguenza delle proprie azioni ed è strettamente connesso anche alla percezione di auto-efficacia, ovvero la percezione che abbiamo di noi stessi in merito all’ essere in grado di fare, sentire, esprimere, essere o divenire qualcosa, la fiducia che ogni persona ha sulle proprie capacità di ottenere gli effetti voluti con le proprie azioni; ciò che lo psicologo A. Bandura definisce come la consapevolezza di essere capaci di dominare specifiche attività, situazioni o aspetti del proprio funzionamento psicologico o sociale, fondamentale per uno sviluppo ottimale del Sé.

 

Ora forse sarà ancora più chiaro il fatto che i treni che cambiano la vita esistono ma non si aspettano, si guidano.

Per saperne di più e scoprire come renderlo possibile, non esitare a contattare. Insieme si può.

 

Non essere spettatore della tua vita: sii il protagonista.

 

Conoscere per crescere. Con affetto.

 

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Dott.ssa Simona Remino, Psicologa

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