Perché è importante il LOC? Ma, soprattutto, perché è fondamentale capirne la differente modalità di espressione?
Ogni tipo di attribuzione di causa ha ovviamente dei risvolti comportamentali ed emotivi, in particolare se il Locus of Control è interno si avverte la sensazione di potersi dare da fare e impegnarsi attivamente per orientare e cambiare il proprio futuro, percezione fondamentale per garantirsi uno stile di vita ottimale e funzionale in termini sociali e relazionali, ma anche lavorativi, poiché risulta più facile fronteggiare lo stress in modo adeguato e mettere in atto comportamenti volti a raggiungere gli obiettivi e risolvere i problemi. Quando il LOC è esterno, si rischia di annullare ogni spinta motivazionale e conseguenti attività prediligendo la nullafacenza: ci si abbandona a sé stessi (magari su un divano) e si tende alla lamentazione, a minimizzare le proprie responsabilità, prendendosela con il mondo che è brutto e cattivo.
Che il mondo sia brutto e cattivo, soprattutto al giorno d’oggi, è una mezza (se non totale) verità e nessuno effettivamente potrebbe dare torto a chi la pensa così. L’errore non consiste nella presa di coscienza, la realtà che ci circonda è effettivamente spesso complessa e difficile da gestire, il vero problema è lasciarsi abbandonare alla stessa senza concedersi la possibilità di reagire migliorando la propria condizione di vita e, quindi, anche un pezzetto del mondo, proprio e altrui.
Non lasciatevi spaventare, ho una buona notizia; mentre Rotter riteneva che quello del LOC fosse un tratto tendenzialmente stabile, dunque immutabile, di personalità oggi, grazie al lavoro dello psicologo e ingegnere Massimo Bruscaglioni e alla sua teoria del Self Empowerment, sappiamo che può essere modificato e quindi anche reindirizzato dall’esterno verso l’interno: può essere accresciuto e sviluppato poiché è un costrutto psicologico legato alle attribuzioni di causa e conseguenza delle proprie azioni ed è strettamente connesso anche alla percezione di auto-efficacia, ovvero la percezione che abbiamo di noi stessi in merito all’ essere in grado di fare, sentire, esprimere, essere o divenire qualcosa, la fiducia che ogni persona ha sulle proprie capacità di ottenere gli effetti voluti con le proprie azioni; ciò che lo psicologo A. Bandura definisce come la consapevolezza di essere capaci di dominare specifiche attività, situazioni o aspetti del proprio funzionamento psicologico o sociale, fondamentale per uno sviluppo ottimale del Sé.