CAPITOLO 1
empaticaMENTE
Ci diciamo costantemente, tra le mille chiacchiere da bar, che la perfezione non esiste. Ma quanto ci crediamo? Quanto, in realtà, l’idea di raggiungere questa entità astratta ci influenza e ci costringe a fare i conti con il sentimento di delusione che proviamo quando sentiamo di non poterla raggiungere?
“La perfezione non esiste” non è una frase fatta, è la verità; non vi sono chissà quali definizioni e dimostrazioni scientifiche a tal riguardo, esistono invece piccole e semplici esperienze di tutti i giorni a darne testimonianza.
Esiste il TUO punto di vista. Esiste quello che sei, un prezioso contenitore ricco di idee, pensieri, conflitti, paure, emozioni, sogni e obiettivi sorretti da capacità e punti di forza, difetti e punti di debolezza. Sei l’impegno e la passione che muovono i tuoi passi, sei il motore dei tuoi errori. Esiste il tuo valore e non deve essere perfetto, deve essere autentico; risparmiati quel senso di fallimento che provi quando credi di non aver dimostrato chissà cosa, chissà a chi e perdonati per tutte le volte che hai pensato di non essere abbastanza dopo aver provato a compiacere qualcuno che non ti ha compreso.
Sei nel tuo tempo e l’invito dunque è soltanto uno:
ri-conoscersi per ri-conoscere!
Come si può fare? Empaticamente.
Cosa significa? Significa agire in e con empatia, termine che deriva dal greco en ‘dentro’ e pátheia ‘patia’, più semplicemente “en pathos”, sentire dentro.
L’ etimologia stessa racchiude in sé il potere e la magia di questa parola. Si tratta di una competenza emotiva che ci permette di adottare il punto di vista dell’altro accogliendolo nel rispetto del nostro essere: entriamo in contatto con i pensieri, le idee e le emozioni altrui senza alcun tipo di (pre)giudizio e senza in alcun modo annullare la nostra identità emotiva. Il presupposto affinché sia possibile provare il sentimento empatico è il raggiungimento della giusta consapevolezza di CHI e COME siamo, un livello di intelligenza emotiva tale da permetterci di scoprire il nostro essere, di riconoscerlo e modularlo, una competenza necessaria per poter conoscere e comprendere anche chi abbiamo di fronte.